DaMA_Incipit / “Il gioco della verità: una diva nella Roma del 1943” di Maria Denis

Maria Denis, Il gioco della verità: una diva nella Roma del 1943, Baldini&Castoldi, Milano, 1995.

Nel ‘42, sì, lo conobbi in quell’anno Luchino Visconti. In piena guerra, a Roma. Mi strinse le mani tra le sue. Una stretta avvolgente che mi emozionò. “Ah, la nostra piccola Maria”, disse con quella voce speciale, irta di erre. Era bello. Mi colpirono gli occhi: neri, possessivi, con qualcosa di crudele nel fondo. Credo di essermi innamorata subito di lui, contro ogni ragionevolezza. Presto venne il tempo dei furfanti e degli eroi, dell’Italia divisa in due, l’agonia di Roma oppressa da stranieri che aspettava altri stranieri liberatori. In quei giorni il mio incanto per Visconti mi portò, fatalmente, a fare la conoscenza di un altro uomo che apparteneva a un mondo molto lontano dal nostro. Un uomo il cui nome, pur a distanza di tempo, resta sinonimo d’infamia: Pietro Koch, il cacciatore di partigiani, il torturatore della Repubblica di Salò. Nella mia memoria il volto dell’uno resta indissolubilmente legato a quello dell’altro, come due facce di una medaglia. Mi ricordano amore, tradimento, vergogna, dolore.